Non dovrò più lavarmi le mani ogni ora con l'acqua o con il gel igienizzante; non dovrò più infilarmi nel sacco letto per evitare di prendere le pulci; non dovrò più mangiare ogni mezzogiorno lo stesso piatto; non dovrò più stare attenta a dove appoggio la borsa per evitare il piscio. Pensare di tornare a casa a tratti è un sollievo, l'Africa è impegnativa. I suoi occhi profondi ti strappano l'anima, i villaggi appestati ti sconvolgono le budella, le interminabili ore in bus accanto a persone che a malapena sanno il loro nome ti intristiscono. Devi sempre riuscire a trovare una ragione percui la tua vita è un lusso mentre la loro una miseria. Negli anni di viaggio che ho intrapreso ho imparato ad accettare di provenire dal primo mondo con tutte le possibilita che la vita mi regala, a patto di aiutare gli altri a stare meglio. Questi viaggi servono a me per stare meglio, per trovare il mio posto e la mia missione, e agli altri a ricevere qualcosina per poter vivere un attim...
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Visualizzazione dei post da agosto, 2018
Aiutiamo RAKOTONIRINA
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Non c'è molto di cui parlare, la vita a Tana è noiosa, non c'è nulla da fare e più che bighellonare per fare le ultime commissioni non si può intrattenersi con molto altro. Quindi lascio dietro di me le inutili ciancie sul cibo, il materasso scomodo, il vento e vi parlo dell'unica cosa VERAMENTE importante che ho fatto in questi giorni: ho visto Sendra. Un mio amico fa il padrino di 3 bambini malgasci pagandogli la retta annuale scolastica, l'istruzione. Molti anni fa lui stava con una donna che aveva viaggiato in Madagascar e tramite una conoscenza in comune aveva incontrato Sendra. Di ritorno in Ticino ha trasmesso la passione umanitaria al mio amico e a molti conoscenti. Lui me ne ha parlato prima di partire per il viaggio ed io ho scritto un email a Sendra perché avevo il desiderio di ascoltare ciò che fa per questi bambini bisognosi, che sono così tanti! Ieri è venuta a prendermi all'hotel e si è presentata con un dolce e profondo sorriso. Ho sentito subito la...
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La sveglia torna a suonare alle 5.30 ma io sono già sveglia perché il timbro gotico delle campane del paese mi ha dato una scossa. In questa cittadina non mancano le chiese... ce ne saranno una trentina! Oggi è domenica e i rintocchi delle campane non cessano di cantare a festa. Prendo una veloce colazione e alle prime luci dell'alba mi avvio con i miei sacchi verso la stazione dei bus. Cammino una ventina di minuti e mi fa molto bene visto che poi starò seduta su un sedile per 6 lunghe ore. Alla stazione gli uomini che ci sono cominciano a dire Vazaha e a sghignazzare e io perdo le staffe. Ad uno dico che non è per nulla carino prendermi sempre in giro e deridermi. Diventa serio, si zittisce. Io ho bisogno di sbollire per 5 minuti. Spero non trovi il modo di vendicarsi, ma in realtà poi si dimostra molto gentile. Credo di essere scattata perché sono stufa e stanca dei risolini e delle solite battute da uomini. Appena mi indicano il mio posto mi siedo e mi riposo. La nebbia stama...
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Stanattina finalmente mi posso alzare con comodo alle 8 e fare colazione leggendo un libro. Sono 3 settimane che i ritmi di levataccia sono abbastanza rigidi. Rientrare a scuola e alzarmi alle 6 non mi disturberà particolarmente, ne sono abituata. Oggi avrei la possibilità di fare un giro per i villaggi di etnia Zafimaniri ma il costo è davvero molto elevato. Affrontare una trasferta in auto privata da sola costa tanto. L'alternativa sarebbe di fare un giro per le colline circostanti con una guida e visitare degli atelier del legno. La realtà è che non ne ho proprio voglia, pertanto poltrisco fino alle 12 in albergo e poi esco a fare un giro. Prendo la via larga per andare alla stazione dei bus e il mio receptionist mi rincorre dicendomi che sto sbagliando strada. Io gli spiego che ho solo il desiderio di fare un altro sentiero rispetto al solito per vedere un differente scorcio di paesaggio. Mi guarda come se fossi pazza e poi mi sorride. Mi avventuro tra le case, lungo le terra...
Ambositra è la destinazione
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Alle 6 Celine ed io siamo sedute a tavola a mangiare pane e marmellata; alle 6.45 siamo in strada dirette verso la stazione. Camminare con gli zaini senza farti investire non è per nulla facile. Oltre a camminare e schivare oggetti, persone, proviamo ad avere una conversazione e ad ignorare i procacciatori di clienti. È un momento intenso. Arrivate alla stazione un giovane uomo ci prende in custodia e ci porta al bus. Sul mezzo di Celine non c'è posto per me quindi mi offrono un'altra soluzione. Il bus deve essere pieno per poter partire, perciò mi devo munire di molta pazienza. L'attesa va dalle 7 alle 9.20. Cosa farò in questo arco di tempo? Nulla... mi guardo in giro.... e converso con chi mi rivolge la parola. Prisca mi vende dei biglietti fatti a mano da lei, il fratello mi parla in italiano di qualunque cosa gli venga in mente, uno showman radiocronista ufficiale mi fa scoppiare dalle risate e improvvisiamo qualche sketch, i bimbetti si fermano per vendermi mandarin...
La piantagione di tè
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Facciamo colazione comodamente alle 8 e alle 9 siamo gia seduti sull'auto di Eric che ci porterà a Shambavy. Questa regione è molto famosa per le piantagioni di tè e per il treno turistico che in 7 ore di splendido panorama ti porta a Manakara, cittadina costiera situata ad est del paese. I binari costeggiano la strada per le auto e in maniera buffa in alcuni punti sono sbarrati da cancelli come fossero passaggi a livello. Più che in Madagascar mi pare di essere a Gardaland sul set di un film western. Viaggiamo per 45 minuti circa su strade accidentate e poi arriviamo alla fabbrica di tè Sidexam. Una signora ci accoglie calorosamente e ci accompagna nella visita guidata della struttura. Vediamo il procedimento di separazione delle foglie, macinazione, fermentazione, essicazione e separazione delle fibre. È la prima volta che visito una piantagione di tè, di caffè invece ne ho gia viste alcune. Al termine della visita la signora ci regala una degustazione di tè verde e nero ...
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Mercoledì sera torno dal mio giro in città e una volta che mi siedo a tavola condivido la cena con la proprietaria francese Berenice e con un lussemburghese di nome Pierre. La conversazione si fa subito interessante in quanto la signora vive in Madagascar da parecchi anni dopo essere cresciuta a Guadalupe, mentre Pierre ha viaggiato con progetti umanitari in parecchie nazioni africane. Il fattore più sconcertante che emerge dalla discussione è l'alta concentrazione di sette in Madagascar che fanno il lavaggio del cervello ai meno educati. Qui si dice che in Madagascar si parla francese perché è stata una colonia francese ma la verità è che solo pochi capiscono il francese e lo sanno parlare: colui che ha fatto studi superiori e chi ha a che fare con i turisti, per il resto la gente parla solo la lingua malgascia. La signora ci prepara una tagliata di carne con café de Paris e verdure e per concludere il pasto un dolcetto fatto in casa. La sala da pranzo è molto accogliente e colm...
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Come al solito alle 6 mi alzo e mi preparo. Lo zaino è pronto in un baleno e alle 6. 30 Orlon viene a prendermi per portarmi al villaggio di Vohitsaoka. Ci fermiamo a casa di sua sorella e lui beve il brodo mangiando i noodles; a me lo stomaco si chiude alla vista di quel pasto. Mi siedo nel sottotetto mentre lui mangia e attendo pazientemente. Mentre mi guardo in giro sento dei rumori da roditore e scorgo 3 topi che si nascondono nei cesti dei viveri in cerca di cibo. Pochi momenti dopo Orlon mi dice che ci mettiamo in marcia e prima di partire gli regalo il mio sacco a pelo estivo e la mia lanterna; sono degli oggetti che servono più a lui che a me. Lui porta il mio sacco grande blu mentre io porto il piccolino. Camminiamo per 3 ore attraverso le risaie ed incontriamo molta gente locale con bimbi e zebù. Il caldo alle 9 comincia a farsi sentire, ma per fortuna alle 10 entriamo già nel villaggio. La piazza è uno spiazzo immenso con un taxi brousse rosso nel mezzo. È sgangheratissimo ...
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Orlon mi aspetta alle 8 nella hall dell'hotel per accompagnarmi a vedere il mercato degli zebù. Io ho già fatto colazione, ho impacchettato le mie cose e sono pronta. Ci dirigiamo verso il promontorio del villaggio e lì assistiamo alle trattative per l'aquisto dell'animale. I proprietari degli zebù arrivano da molto lontano (parecchi giorni di cammino) e ne posseggono centinaia. Se ne vedono di diversi colori e dimensione. Chiedo ad Orlon quanto costano ma non è molto in chiaro. Mi dice solo che i proprietari di questi animali sono molto ricchi e che hanno 5 o 6 mogli. Vediamo gli animali girare nel recinto, scalpitare, impennare, incornarsi. Non è facile tenerli fermi. Sulla strada del ritorno prendiamo delle stradine periferiche e i bimbetti mi salutano con la cantilena "Salut Vazaha!". Prendiamo i miei zaini e ci dirigiamo alla stazione dei bus. Incontriamo la coppia spagnola e decido di prendere il bus con loro fino a Fianarantsoa, loro poi proseguono verso i...
Pic Boby all'alba
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La sveglia suona alle 3.30 del mattino ma io sono gia sveglia da almeno un'ora. Mi scappava la pipi ma non avevo voglia di uscire dal caldo sacco a pelo. Alle 4 beviamo un tè per idratarci e alle 4.10 partiamo per il pizzo Boby. Ci sono io, la mia luce frontale ad indicare il cammino, Orlon e la natura. Le stelle sono belle e luminose, la luna uno spicchio. Il buio avvolge la vallata e i rumori eccheggiano nei nostri timpani. È una notte bellissima, ed essere qui mi rende una donna fortunata. La salita dura 1 ora e 45 in cui vedo le sagome delle montagne e il profilo della vallata. È magnifico potersi concentrare solo sul movimento del piede, l'energia della gamba, senza null'altro a portarti il pensiero altrove. Sono 2 ore faticose, con nelle gambe ancora la fatica di ieri, ma colme di pace e di emozione. Il picco è solo nostro, nessun turista disturberà la levata del sole rosso come il fuoco. Ci copriamo con il piumino e la giacca a vento e ci godiamo lo spettacolo dell...
Parco nazionale Andringitra e base camp
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Questa è stata la giornata più spettacolare del mio intero viaggio in Madagascar. A renderla così speciale è stata la somma di molte circostanze favorevoli. Innanzitutto partiamo io e il mio portatore alle 6 di stamattina e lungo la strada incontro i bambini che vanno a scuola, o quelli che trasportano merci su un carretto trainato da due zebù. Incontro donne che sulla testa portano cesti colmi di cibo, incontro uomini che vanno nei campi coi loro falcetti da lavoro. Queste persone hanno scaldato la mia fredda mattinata. Dopo un'ora di cammino giungiamo nel villaggio dove vive la mia guida e per mezzora ho potuto girare liberamente con i bimbetti alle calcagna, ma quei bimbetti africani che ti fanno sciogliere il cuore con la loro dolcezza. Non mi hanno chiesto soldi né caramelle, avevano solo il desiderio di stare con me. Gli scatto un po' di foto e mi faccio accompagnare in giro per il paese formato dalle bellissime case in adobe con le pannocchie sui davanzali. Mi ricorda m...
Picco Camaleonte - vallata del Tsaranoro
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Alle 7.00 sono già nel refettorio a fare colazione vestita da trekking. Oggi Justin mi porterà a fare una camminata fino al picco Camaleonte( si chiama così per la forma che ha). Ci addentriamo dapprima nella vegetazione, poi costeggiamo un fiume e alla fine entriamo nella savana. Attorno a noi ci sono bellissine ed immense falesie che hanno molti colori come gli elementi chimici come il ferro, ecc. Con Justin non mi trovo particolarmente bene e la sua presenza disturba la mia ascesa alla montagna. Non ha fatto nulla di particolarmente strano o disturbante eppure questo ragazzo mi irrita per gli interventi che fa. Raggiungiamo la cima del monte in poco più di due ore di salita. Osservo la vegetazione che sorge intorno a me e mi pare di essere catapultata lo Yosemite in America, ma qui è molto meglio perché il parco è quasi tutto per noi. In questa zona arrivano meno di 3000 visitatori all'anno, in quanto non è per nulla facile da raggiungere. Io mi godo questa tranquillità e pace ...
Verso la valle di Tsaranoro
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Da dire era molto più facile che da fare. Il programma sembrava lineare e semplice, peccato che il mio viaggio è iniziato alle 6.30 da Ranohira ed è terminato alle 18 al mio alloggio nel parco nazione del Tsanaroro. 12 ore faticose, in cui ho mangiato poco, bevuto pochissimo e aspettato TANTO come sempre. I km da percorrere erano poco più di 200 e in questo ammontare di percorso è successo di tutto e di più. Alle 6.30 da buona svizzera sono davanti all'hotel Orchidee, alla "fermata del taxi brousse". Colui che mi ha venduto il biglietto mi accoglie con un sorriso sghembo e mi dice che dobbiamo aspettare qualche minuto, 40 per l'esattezza. La mattinata e freschina e la nebbia ricopre i tetti delle case. Poco dopo di me si avvicinano un ragazzo e una ragazza italiani. Io in silenzio li osservo e ascolto ciò che dicono. Jean Baptiste (il venditore di ticket) cerca di convincerli a partire subito pagando il doppio del prezzo, inizialmente accettano ma poi rifiutano perc...
Parco nazionale d'Isalo
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Mi alzo, faccio colazione, prendo il lunch box e mi dirigo all'ufficio del parco nazionale dove incontro Marquis (la guida) e i due spagnoli. Entriamo a pagare e gli spagnoli vogliono pagare in euro perché non hanno molti ariary. Il cambio è pessimo pertanto tornano in hotel a cambiare i soldi. Ce la fanno dopo mezzora di attesa e una volta rientrati decidono di pagare con la carta di credito per tenere il cash. Spesso il sinonimo di turisti è" impediti!". Per lo meno riescono a comprarsi qualcosa per il pranzo ma hanno solo una bottiglia con sè e con il caldo che fa rischiano lo svenimento. Vabbé no comment. Oggi camminiamo per 6 ore nel meraviglioso parco nazionale di Isalo. Saliamo sulla montagna che si vede dal villaggio di Ranohira e Marquis ci mostra le figure che emergono dalle rocce, ci mostra degli insetti che si mimetizzano, le piante di aloe vera e il piede d'elefante oltre che le tombe ancestrali. Passiamo da alcuni punti panoramici e poi ci addentriamo n...
Arrivederci mare!
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È arrivato il momento di salutare Toliara, le ragazze catalane e partire verso i parchi situati sulla strada RN7. Faccio velocemente colazione, abbraccio Eva e Laura e prendo un pousse pousse che mi porti alla stazione dei bus. Arrivo alle 7.30 come pattuito, ma il bus partirà solo alle 9.20. Risparmiare i soldi in Madagascar significa aspettare molte ore. Seguo attentamente la fase di caricamento dei bagagli e osservo come i viaggiatori si siedano tranquilli per ore attendendo il momento della partenza. Il mio posto sarà davanti, seduta comodamente, perciò non mi allontano dal mezzo altrimenti me lo rubano. Ma sapete che insieme ai passeggeri viaggeremo con delle galline? Una ad un certo punto ha cercato di beccarmi sul collo, mannaggia! Il viaggio dura 6 ore circa e la storia del conduttore gia la conoscete. Scambiare qualche parola con la coppia spagnola ha fatto in modo che il tempo passasse un pochino più rapidamente. Abbiamo pranzato in una cittadina di nome Ilakaka ...
Due storie
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Ci sono cose che mi toccano nel profondo, lasciandomi incredula, sofferente. Io sono un'anima di luce, positiva, che crede nella bontà del mondo sapendo bene che il popolo umano è sofferente da secoli e che causa catastrofi di grandezza planetaria. Là dove c'è ignoranza non si può pretendere che la gente arrivi coi ragionamenti dove vorresti tu; ma là dove la gente riceve un'istruzione eccellente non può capitare che commetta certe mancanze e brutalità. Dove c'è istruzione ci sono malattie mentali, ci sono emozioni represse e situazioni di rifiuto. Ma come si può arrivare ad abusare di minori e di donne indifese? Ieri mi sono connessa ad internet e precisamente al sito ticinese di notizie. Un articolo parlava di grandi associazioni umanitarie britanniche come Oxman e Save the children, in cui i dipendenti in loco abusano dei minori e delle donne indifese. Sembra che diano medicamenti e aiuti vari in cambio di sesso. Faccio fatica a scrivere nero su bianco queste parole...