Orlon mi aspetta alle 8 nella hall dell'hotel per accompagnarmi a vedere il mercato degli zebù. Io ho già fatto colazione, ho impacchettato le mie cose e sono pronta. Ci dirigiamo verso il promontorio del villaggio e lì assistiamo alle trattative per l'aquisto dell'animale. I proprietari degli zebù arrivano da molto lontano (parecchi giorni di cammino) e ne posseggono centinaia. Se ne vedono di diversi colori e dimensione. Chiedo ad Orlon quanto costano ma non è molto in chiaro. Mi dice solo che i proprietari di questi animali sono molto ricchi e che hanno 5 o 6 mogli. Vediamo gli animali girare nel recinto, scalpitare, impennare, incornarsi. Non è facile tenerli fermi. Sulla strada del ritorno prendiamo delle stradine periferiche e i bimbetti mi salutano con la cantilena "Salut Vazaha!". Prendiamo i miei zaini e ci dirigiamo alla stazione dei bus. Incontriamo la coppia spagnola e decido di prendere il bus con loro fino a Fianarantsoa, loro poi proseguono verso il parco Ranomafana. Saluto Orlon, lo ringrazio per il tempo passato insieme e saliamo sul bus. Ognuno ha il suo posto ma il ragazzo spagnolo ne compra due per poter stare più comodo. Arriviamo a Fiaranantsoa in 2 ore circa e una volta scesi dal taxi brousse ci assalgono i taxisti e gli autisti di taxi brousse. Vogliono assolutamente venderci un biglietto per una qualche destinazione. Io li ignoro tutti e mi sposto sulla strada principale dove fermo un taxi e mi faccio portare al mio alloggio. Sarò presso una signora francese che ha queste camere in affitto. Accoglie me ed un altro viaggiatore del Lussemburgo con aria assonnata e poi torna a dormire. Prendo la mia stanza e poi mi rilasso anche io un'oretta. Nel pomeriggio chiedo consiglio a Benerice su come andare l'indomani a Shambavy. Contatta un taxista per me e gli da appuntamento alle 9 del mattino. Ecco che la mia giornata è pianificata e ne sono molto contenta. Ho un gran desiderio di vedere le piantagioni di té. Questa sera cenerò presso la signora ma prima di pensare alla cena devo pensare al mio pranzo perché la mia pancia borbotta. Prendo borsellino e telefono ed esco a vedere cosa mi offre la città.
Cappadocia: il volo
Sono molto emozionata e dormo poco. Ad un certo punto sento sbattacchiare ripetutamente la finestra e realizzo che c'è vento. Penso alla mongolfiera che va e che non torna più. Diciamo che ho un po' di timore; io sto meglio con i piedi ben piantati a terra. Detto questo ammetto di amare tremendamente alzarmi all'alba! Tutto tace, tutto è immobile, c'è buio. Alle 4.15 suona la sveglia e alle 4.20 mi bussano alla porta: il mio bus è arrivato a prendermi con 15 minuti di anticipo! Il mio cervello è ancora con Morfeo. Un attimooooooo che mi preparo. Che stress, pure in vacanza! Il bus transfer mi porta all'ufficio Turquaz Balloon e lì c'è la possibilità di fare una leggera colazione. Dopo 45 minuti di attesa il nostro staff di terra ci comunica che è arrivato il momento di partire per raggiungere il luogo dove la magia prenderà il volo. Si tratta di pura magia, di pura e grande magia. Sinonimo? La parola magia, c'è solo quella! Il volo in mongolfiera parte al...
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