Mercoledì sera torno dal mio giro in città e una volta che mi siedo a tavola condivido la cena con la proprietaria francese Berenice e con un lussemburghese di nome Pierre. La conversazione si fa subito interessante in quanto la signora vive in Madagascar da parecchi anni dopo essere cresciuta a Guadalupe, mentre Pierre ha viaggiato con progetti umanitari in parecchie nazioni africane. Il fattore più sconcertante che emerge dalla discussione è l'alta concentrazione di sette in Madagascar che fanno il lavaggio del cervello ai meno educati. Qui si dice che in Madagascar si parla francese  perché è stata una colonia francese ma la verità è che solo pochi capiscono il francese e lo sanno parlare: colui che ha fatto studi superiori e chi ha a che fare con i turisti, per il resto la gente parla solo la lingua malgascia. La signora ci prepara una tagliata di carne con café de Paris e verdure e per concludere il pasto un dolcetto fatto in casa. La sala da pranzo è molto accogliente e colma di libri. Le pareti colorate ospitano i commenti in gesso dei viaggiatori. La guida riesce sempre a scovare dei bellissimi posticini e consigliarteli; seguire i trafiletti descrittivi porta a scoprire luoghi tipici e accoglienti. Prima di andare a dormire propongo a Pierre di aggregarsi domani nella visita alle piantagioni. Non avendo nulla da fare accetta volentieri.

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