Verso la valle di Tsaranoro
Da dire era molto più facile che da fare. Il programma sembrava lineare e semplice, peccato che il mio viaggio è iniziato alle 6.30 da Ranohira ed è terminato alle 18 al mio alloggio nel parco nazione del Tsanaroro. 12 ore faticose, in cui ho mangiato poco, bevuto pochissimo e aspettato TANTO come sempre. I km da percorrere erano poco più di 200 e in questo ammontare di percorso è successo di tutto e di più. Alle 6.30 da buona svizzera sono davanti all'hotel Orchidee, alla "fermata del taxi brousse". Colui che mi ha venduto il biglietto mi accoglie con un sorriso sghembo e mi dice che dobbiamo aspettare qualche minuto, 40 per l'esattezza. La mattinata e freschina e la nebbia ricopre i tetti delle case. Poco dopo di me si avvicinano un ragazzo e una ragazza italiani. Io in silenzio li osservo e ascolto ciò che dicono. Jean Baptiste (il venditore di ticket) cerca di convincerli a partire subito pagando il doppio del prezzo, inizialmente accettano ma poi rifiutano perché sentono odore di fregatura ( come sempre!). Passa un'altra mezzora e torno a chiedere a che ora arriva il bus e Jean mi ripete fra 40 minuti. Emma e Sebastiano si avvicinano chiedendomi se anche io vado ad Ambalavao e cominciamo a chiacchierare. Alle 8.20 finalmente partiamo. Parlo col chauffeur e gli spiego che io devo scendere al bivio con la valle di Tsaranoro, gli chiedo se ha capito e glielo ripeto altre 2 volte. Mi fa segno di si e partiamo. La prima ora di viaggio passa rapidamente senza troppe fermate né intoppi. Questa fluidità di percorrenza deve aver dato fastidio all'autista, che per non annoiarsi ha pensato bene di cominciare a fare gare di velocità con un altro taxi brousse. Il nostro era una testa di cavolo, ma quell'altro un beota fatto e finito. Sono stati 30 minuti impegnativi, e dopo un'attenta analisi ho capito il motivo delle loro gare: arrivare per primo al paese per accaparrarsi i passeggeri. Nel corso della seconda parte del viaggio è un continuo fermarci ai posti di polizia ( ogni 5 km), fermarci per fare salire e scendere gente (ogni 3 minuti). Di questo passo non arriveremo mai. Alle 13.45 il bus entra ad Ambalavao e scarica me e i due ragazzi all'hotel. Io chiedo all'autista:"e il bivio per la valle Tsaranoro??"; mi fa segno che ci siamo già passati. E perché non ti sei fermato, gli chiedo? Alza le spalle. Cosa dovrei farmene di un'alzata di spalle?? Entro all'hotel e chiamo il mio contatro Justin. Gli spiego la situazione e lui mi dice che ora mi deve mandare la moto ad Ambalavao e che costerà di più. Ne sono consapevole. Mi dice di aspettare li. Dopo 1 ora la mia moto non è arrivata e purtroppo mi insospettisco sulla distanza dell'entrata nella valle. I miei dubbi vengono confermati da un articolo che trovo su una rivista e che dice che la deviazione per Tsaranoro è a 33 km da Ambalavao. Il fessacchiotto del mio autista di taxi brousse non solo non si è fermato, ma mi ha fatto perdere soldi e tempo. Alle 15.30 arriva Victor con la moto; lega il mio zaino come meglio riesce e con l'altro zaino sulle spalle partiamo. I primi 33 km si strada sono asfaltati ed io riesco a filmare con la mua gopro e a godermi lo spettacolo delle falesie rosse tendenti al giallo e al marrone. La savana e si un colore giallo acceso, mentre le terrazze coltivate sono verdi e colme di acqua. Il sole sta gia calando donando al panorama un colore caldo e rosso ocre. Quando arriviamo al bivio famoso ci immettiamo in una strada sterrata. Il mio fisico comincia a ricevere colpi e a doversi tenere ancorato alla moto con tutte le sue forze. Improvvisamente la moto non va più e l'autista mi guarda e mi dice: " desolée il n'y a plus d'essence!". Hehe che simpatico... siamo rimasti senza benzina. Chiama suo figlio e gli dice di portarci la benzina. Nel frattempo lui mi lascia li da sola di fianco alla moto e va a cercare i soldi che ha perso dalla tasca lungo la strada. Io schiaccio una pennichella e dopo 1 ora è torna Viktor ed arriva la benzina. Io sono stanca, ho fame e ho sete. Il mio livello di sopportazione è arrivato al limite, ma purtroppo ci sono ancora 10 km di buche da percorrere. Mi viene rabbia e devo controllarmi per non inveire. Metto la musica alle orecchie per cercare di distrarmi e raggiungere la destinazione. Quando il sole è già calato arriviamo ad Andonaka e mi accoglie Justin. Mi mostra il mio bungalow e mi prepara la fena: riso e pollo. Lo ringrazio e poi vado a dormire stanca morta nonostante non abbia fatto nulla.
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