La piantagione di tè
Facciamo colazione comodamente alle 8 e alle 9 siamo gia seduti sull'auto di Eric che ci porterà a Shambavy. Questa regione è molto famosa per le piantagioni di tè e per il treno turistico che in 7 ore di splendido panorama ti porta a Manakara, cittadina costiera situata ad est del paese. I binari costeggiano la strada per le auto e in maniera buffa in alcuni punti sono sbarrati da cancelli come fossero passaggi a livello. Più che in Madagascar mi pare di essere a Gardaland sul set di un film western. Viaggiamo per 45 minuti circa su strade accidentate e poi arriviamo alla fabbrica di tè Sidexam. Una signora ci accoglie calorosamente e ci accompagna nella visita guidata della struttura. Vediamo il procedimento di separazione delle foglie, macinazione, fermentazione, essicazione e separazione delle fibre. È la prima volta che visito una piantagione di tè, di caffè invece ne ho gia viste alcune. Al termine della visita la signora ci regala una degustazione di tè verde e nero e poi acquistiamo alcuni prodotti. Non ci resta altro da fare che vagabondare per ore nella piantagione dalle verdi colline. Incontriamo qualche bambina e qualche casetta sparsa qua e là. Ci dirigiamo poi al centro della cittadina dove c'è un lago e dopo aver mangiato 2 frittelle ci sediamo al ristorante a bere una bibita. Il pomeriggio passa velocemente e alle 15 rientriamo a Fiaranantsoa. Depositiamo i nostri acquisti e andiamo in centro a visitare il mercato locale e la città alta. Ho il desiderio di comperare alcuni souvenirs da portare a casa e visto che il mio viaggio sta volgendo al termine è il momento opportuno. Il mercato ospita prodotti locali di uso quotidiano e non oggetti turistici. Lo visitiamo, salutiamo i bimbetti, la gente intenta a comprare verdura e frutta e Pierre accetta una sfida a biliardo da un gruppo di ragazzi. È la prima volta che mi capita di camminare con un uomo Vazaha in Madagascar e sapete cosa ho notato? Nessuno mi degna di uno sguardo, salutano e guardano tutti solo Pierre. Mi sembra molto bizzarro, dal momento in cui i musulmani non sono cosi tanti qui e che la donna è considerata nella cultura dell'isola. Lungo la strada del rientro Pierre mi mostra un negozio di saponi ed altri oggetti turistici e ne sono felice. Compro parecchie cosine e poi torniamo in hotel. La sera ci rimettiamo a tavola in compagnia questa volta di una turista belga, che ci racconta del suo viaggio organizzato di 4 settimane combinato con l'ultima settimana in solitaria, nel corso della quale ha preso il treno per Mankara. Siamo tutti un po' occupati stasera a decidere cosa fare l'indomani. Pierre deve organizzare il trasporto in 4x4 al parco Ranomafana con due colombiani conosciuti in viaggio, Celine deve prenotare un hotel ad Antsirabe, mentre io devo decidere dove scendere dal bus. Mancano pochi giorni al mio rientro e quindi devo calcolare bene i miei trasferimenti per evitare di accollarmi l'ultimo giorno una trasferta infinita. Il parco Ranomafana l'ho scartato perché avrei dovuto visitarlo di fretta e poi sono un po' stufa di vedere lemuri. La curiosità mi spinge invece verso Ambositra, meta eccezionale per l'artigianato in legno e per la visita di alcuni villaggi dell'etnia Zafimaniri. Ci sarebbe da vedere anche un rituale di riesumazione dei morti ma non lo trovo opportuno.
Dico a Celine che la accompagno la mattina seguente alla stazione dei bus perché anch'io devo prenderne uno nella medesima direzione.
Dico a Celine che la accompagno la mattina seguente alla stazione dei bus perché anch'io devo prenderne uno nella medesima direzione.
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