Ambositra è la destinazione

Alle 6 Celine ed io siamo sedute a tavola a mangiare pane e marmellata; alle 6.45 siamo in strada dirette verso la stazione. Camminare con gli zaini senza farti investire non è per nulla facile. Oltre a camminare e schivare oggetti, persone, proviamo ad avere una conversazione e ad ignorare i procacciatori di clienti. È un momento intenso. Arrivate alla stazione un giovane uomo ci prende in custodia e ci porta al bus. Sul mezzo di Celine non c'è posto per me quindi mi offrono un'altra soluzione. Il bus deve essere pieno per poter partire, perciò mi devo munire di molta pazienza. L'attesa va dalle 7 alle 9.20. Cosa farò in questo arco di tempo? Nulla... mi guardo in giro.... e converso con chi mi rivolge la parola. Prisca mi vende dei biglietti fatti a mano da lei, il fratello mi parla in italiano di qualunque cosa gli venga in mente, uno showman  radiocronista ufficiale mi fa scoppiare dalle risate e improvvisiamo qualche sketch, i bimbetti si fermano per vendermi mandarini, biscotti, cestini, taglia carote, taglia fagioli, di tutto e di più. La stazione è sporca, puzzolente, caotica, quindi molto impegnativa. Appoggiare qualcosa di personale come lo zaino a terra non è consigliato. Finalmente alle 9.20 partiamo e con mia grande sorpresa ho un posto tutto mio per sedermi. È un po' stretto però è pur sempre tutto per me. Nel bus siamo una ventina. L'ambiente è tranquillo e silenzioso fino a quando l'autista spara musica  a volume eccessivo. Il viaggio dura 4 ore. Verso la fine faccio conversazione con una donna malgascia sposata con un francese che vive a Strasburgo. Mi aiuta a comunicare con l'autista per farmi lasciare al centro di Ambositra ma neppure lei riesce nell'intento e vengo scaricata alla stazione dei bus in periferia. Un po' frustrante ma ne sono abituata. Un pousse pousse mi rapisce gentilmente e mi porta fino all'hotel. Per modo di dire perché in realtà mi conduce in cima ad una scalinata e mi dice che da li devo proseguire a piedi. Solo che non sono 2 minuti bensi 10 e non ero preparata a camminare con 5 cose per le mani. Avranno pensato... povera Vasaha! Un giovane uomo si affianca a me e comincia a sciorinarmi una tiritera sui tour possibili da fare l'indomani. Io gli rispondo solo Mora mora. Raggiungiamo l'hotel e mi lascia tranquilla. Porto il mio bagaglio in stanza, scendo a pranzare e nel tardo pomeriggio esco a visitare gli atelier degli artigiani del legno. È uno spettacolo vedere come lavorano, sono dei veri artisti. Uno in particolare ha un viso dolce e io sto con lui una mezzoretta ad osservare come lavora col traforo fai da te. Mi intaglia una testa di zebù e un cuore con la mia iniziale e me li regala. Che dolce! Rientro all'hotel e mi intrattengo a parlare con il receptionist. Sono l'unica cliente della struttura, mi dice che molti hanno annullato il viaggio per i disordini politici che il paese sta vivendo. Alle 19 ceno e alle 21 sono già a dormire.

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