3 gennaio 2024

 Mi alzo alle ore 8 e decido di saltare la colazione per poter andare subito al museo egizio ed arrivare per l'apertura. È l'attrazione più quotata del Cairo ed ogni giorno viene presa d'assalto da migliaia di visitatori.

Il Museo egizio del Cairo, anche conosciuto come il massimo Museo di antichità egiziane, ospita la più completa collezione di reperti archeologici dell'Antico Egitto del mondo. Gli oggetti in mostra sono 136.000.
Il piano terra contiene pesanti cimeli di bare, dipinti e statue di media grandezza ed enormi in pietra calcarea e arenaria, come la statua di Ramses II, Senusret, Khafre, Sphinx, Akhenaton e Hatshepsut.
Al secondo piano invece gli oggetti sono divisi per tematiche.
Mi ha molto colpito la stanza dedicata al Tutankhamon e in particolare alla maschera funeraria del faraone. Inoltre ci sono una miriade di sarcofagi dipinti a mano e di mummie (pure quelle degli animali).
Dopo 2 ore circa di visita mi sposto nel quartiere copto del Cairo. Per farlo mi sposto con il taxi e prima di trovarne uno che capisca dove voglia andare passano alcuni minuti. In realtà i taxisti non parlano inglese e devono poter leggere in arabo la destinazione. Io ovviamente non l'ho scritta da nessuna parte. Il più giovane tra i taxisti alla fine impugna il mio cellulare, attiva il navigatore e mentre guida si lascia portare dalla mia mappa. E così arriviamo in tempi brevi al punto che voglio visitare.
Il Cairo copto è un'area in cui, su un piccolo pezzo di terra, si trova un'enorme concentrazione di monumenti cristiani, tra cui la sinagoga ebraica di Ben Ezra (Dodici colonne sostengono il soffitto e sei gradini di marmo conducono all'altare in legno. Gli interni sono decorati con motivi floreali e geometrici in stile turco),  i resti dell'antica fortezza conosciuta come Babilonia, la famosa Chiesa Appesa (la Chiesa pensile deve il suo nome al fatto che si trova sopra un'antica porta romana e la sua navata è sospesa su un passaggio), un museo copto unico nel suo genere, dedicato a questa cultura quasi estinta e la Chiesa dei Santi Sergio e Bacco (luogo in cui si dice che la Sacra Famiglia abbia riposato mentre fuggiva dall'oppressione del re Erode verso l'Egitto. Si dice che vivessero qui mentre Giuseppe lavorava nella vicina fortezza. La chiesa risale al V secolo e l'edificio attuale all'VIII secolo).
Non è un caso che l’UNESCO abbia dichiarato  questo antico quartiere Patrimonio dell’Umanità nel 1079.
Diversi siti storici poco fa menzionati sono significativi, molti risalgono al periodo greco-romano, quando l’Egitto divenne una nazione cristiana. Le prove archeologiche suggeriscono che l’insediamento sia iniziato prima del VI secolo a.C..
Le chiese cristiane e altri edifici risalgono ai secoli tra il declino della religione faraonica e l’arrivo dell’Islam, quando l’Egitto era a maggioranza cristiana.

Prima di rientrare in Down Town mangio falafel in un baretto e visito velocemente la moschea di Amr Ibn Al As.
A questo punto mi rendo conto di voler fare una bella passeggiata e anziché tornare in taxi all'ostello cammino per circa 90 minuti. Mi mescolo alla gente del posto: qualcuno mi guarda incuriosito, qualcuno mi saluta, qualcuno mi su affianca, ma per la maggiorparte del tempo è stata una bella camminata in solitaria.
Mi fermo al café poire di piazza Tahrir a bere un succo alla guava (mio frutto preferito) e rientro all'ostello a riposarmi e a docciarmi.
Alle 20 ho appuntamento con los amigos brasileños per cenare al nostro fast food libanese preferito, per prendere un gelato, per camminare e per salutarci. Hasta luego amigos!

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