Giorno 11: diario
Mi rilasso molto questa mattina e riprendo in mano il mio romanzo che ho trascurato per molti giorni. Il check out è alle 12? E allora ozierò fino alle 12. L'ostello dove andrò a dormire questa sera non dista molto dal vecchio indirizzo, ma dovrò aspettare le 14 per poter entrare. Decido quindi di andare a pranzo dopo aver saltato la colazione. Mi spingo nella Coudade Velha e trovo un posticino carino che serve anche piatti vegetariani; scelgo tofu al curry con riso. Il piatto è molto appetitoso. Il pomeriggio lo dedico alla visita della città, in quanto nel corso della scorsa capatina in città non avevo cercato i monumenti e scattato le fotografie di rito. Il pomeriggio passa poi tra un riposino, un gelatino e la sera tra un hamburger e una camminata in centro. I negozi in questa giornata festiva sono tutti chiusi, mentre i ristoranti sono presi d'assalto. Accanto al molo c'è un palco ma non c'è accenno di vita musicale in questi giorni. Però il mio orecchio ode delle note, un arpeggino fatto come si deve e si appropinqua al giadinetto da cui arriva la melodia. Mi fermo e ascolto questo musicista suonare e cantare canzoni rock con la sua chitarra elettrica. Lui è molto bravo e suona per 1 ora circa. Mi siedo sull'erba e lo ascolto. Canto pure. Ma che gioia questa vita! Rientro sui miei passi, guardo il mercatino di gioielli e mi fermo ad osservare la mostra fotografica molto toccante intitolata: "Voces fora da guerra". Parla in immagini della guerra in Ucraina; lacerante.
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