Martedi: diario
Sono pronta per una nuova perlustrazione e forse sarà l'ultima. La chiesetta che volevo vedere ieri? La cerco sulla mappa, capisco l'errore e questa volta memorizzo bene il percorso. Oggi parto prima, sono quasi le 7 e già mi trovo per strada. Sono eccitata, come sempre quando vado a scoprire nuovi posti, nuovi panorami. Prendo la strada verso Agios Ioannis e la seguo; corre in salita e io non mi faccio scoraggiare. Seguo degli sterrati ma mi tocca tornare indietro perché ho la netta sensazione che mi portino fuori strada. Punto verso la montagna, mi infilo in un boschetto di pini marittimi e dopo essere arrivata ad una cisterna proseguo sullo sterrato. Corro avanti, curiosa di ciò che mi aspetta. Corro ancora, aggiro la montagna e davanti mi si apre lo spettacolo della baia di Kamari. Sono arrivata alle antenne e cosi riconosco la montagna che un giorno immaginavo di raggiungere. Quindi la chiesetta è qui? Ebbene si. In verità è una cappella piccola piccola bianca e blu. Mi siedo su un sasso a ridosso del precipizio e mi godo questo immenso spettacolo. Il mare brilla di oro. Il sole gioca con i suoi raggi e riflette i colori. La baia e accogliente e alcune barche si cullano in essa. L'isoletta rocciosa minuscola (che ospita una chiesetta) svetta nella pace della baia.
Rientro come sempre sui miei passi e faccio colazione a casa.
Alle 10 le 3 Marie escono e vanno alla siaggia Mastichari. È la spiaggia dove sabato abbiamo visto un bellissimo tramonto e mangiato al ristorante. Ci godiamo questa splendida spiaggia e facciamo il bagno. C'è poca gente e noi riusciamo a nasconderci all'ombra di un alberello. Alle 14 andiamo al Dolphin Bay restaurant a mangiare un'insalatina. Il giardino è costellato di alberelli, tavolini e sedie. Cerchiamo un posto all'ombra ma la cameriera in malo modo ci manda in terrazza. Il mare è blu, come in nessun altro posto al di fuori della Grecia. Ha un colore intenso ed una sfumatura tendente all'azzurro vicino alla riva. L'acqua per fortuna ha una temperatura rinfrescante. Lungo la strada del rientro le due donne mi portano ad osservare una foresta venutasi a creare all'interno di un buco nella terra. Si chiama Plaka e questa zona è una macchia di vegetazione dove la gente viene ad osservare i pavoni, i gatti e a fare pic nic. Rientriamo a casa e mi rilasso un po' sull'amaca. Ceniamo con i buonissimi avanzi della sera prima ed andiamo a dormire. Ma non prima di aver continuato a leggere il libro giallo che mi tiene appesa alla trama.
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