25 luglio- rientro
Terminiamo il viaggio dove tutto ebbe inizio. Oggi abbiamo il volo alle 18.55. La giornata è lunga ma quando si ha un volo da prendere non si è mai tranquilli. Non mi importa di nulla tranne di tornare a Gasadalur, dove tutto ebbe inizio. La sera che siamo atterrati alle isole ci siamo diretti li. Quel posto sperduto e di inestimabile bellezza, situato oltre una montagna collagato al mondo tramite un tunnel, mi ha emozionato molto. Voglio solo tornare a rivedere il villaggio, la cascata e la scogliera. Sono una sentimentale. Partiamo per un trekking che ci dovrebbe condurre al paesino di Vikar dopo aver valicato la montagna, ma la nebbia ci blocca di nuovo. E ci tocca tornare indietro. Che senso avrebbe proseguire? Il panorama al di sotto dalla nebbia è meraviglioso. I prati verdi, il mare, le montagne intorno a noi, i rigagnoli da superare con un salto, l'erba impregnata di acqua. Ci mancherà tutto questo quando rientreremo nella siccità della patria. Ci mancherà non dover indossare una giacca. Ci mancherà non avere sempre appresso un termos pieno di tè caldo. Ci mancheranno tante cose. Questa landa selvaggia ha risvegliato in noi lo spirito avventuroso e viaggiatore. Alle 12 pranziamo su una panchina con lo sguardo rivolto al mare. Ci sorprende la pioggia e scappiamo in auto. Fa freddo, abbiamo i piedi bagnati, ci vorrebbe un po' di caldino e rimpiangiamo l'estate. Ma fra qualche giorno rimpiangeremo il freschino delle Faroe.
Non ci rimane altro da fare che cambiarci, sistemare il bagaglio, fare benzina, riconsegnare l'auto e andare in aeroporto.Il nostro volo parte con un pochino di ritardo. Alle 22.15 atterriamo all'aeroporto di Copenaghen. Le valigie fortunatamente non si perdono in qualche altro aeroporto europeo. La situazione delle valigie disperse ammassate ovunque è ancora peggiore di quella a cui avevamo assistito 2 settimane fa. Prendiamo il taxi che ci porta al Cabinn hotel di Copenaghen. Ci avviciniamo quindi al centro. La struttura è mastodontica e ospita 1200 stanze. Entro nella hall e mi manca l'aria. Dopo la tranquillità delle Faroe come faccio a gestire questo casino? Per fare il check in si deve prendere il bigliettino con il numero come dal macellaio... Dopo lunghi minuti di attesa ci servono e ci danno le chiavi per una stanza che purtroppo non va bene e dobbiamo cambiarpa. Altra fila, altro bigliettino, altra attesa. Si fanno le 00.30 e finalmente apriamo le valigie nella nostra stanza. È talmente piccola che non riusciamo nemmeno a passare. È come stare in una cella prefabbricata. La situazione è abbastanza tesa. Andiamo a dormire. Dopo poche ore un'esplosione mi invade il cervello. Il mio timpano sente improvvisamente un suono potente. Mi tiro a sedere, mi tappo le orecchie e cerco di capire con il cuore in gola cosa diavolo sta succedendo! Un allarme infernale sta suonando ad un volume altissimo. Inizialmente penso sia la nostra stanza ad avere qualcosa che non va ma poi aprendo la porta del corridoio capisco che è l'intero albergo che fischia. Impugno occhiali, marsupio, felpa e dico a Dani di muoversi che dobbiamo evacuare. Lui con molta calma va in bagno, cerca di jeans e macchina fotografica. Certo che se ci fosse stato il fumo saremmo gia morti ora che uscivamo dalla stanza. Ci ritroviamo nel piazzale dell'hotel alle 3 di notte in 1000 persone con i pompieri. Ma che scherzo è questo?? Booooh.
Torniamo a dormire ma non con grande facilità. Nerviiiiiii tesi!
Commenti
Posta un commento