23 luglio - Mykines
L'isola di Mykines è una meta molto ambita dai turisti, ma purtroppo le gite vengono spesso annullate a causa del brutto tempo. Il traghetto non può circolare perché è troppo pericoloso quando il mare è gonfio ed agitato. Noi avremmo dovuto partecipare alla gita settimana scorsa ma è stata annullata. Oggi a quanto pare siamo piu fortunati e riusciremo ad andare a visitare questa perla naturalistica. Ci alziamo presto e dopo una piccola colazione ci mettiamo in viaggio verso Sorvàgur, nell'isola di Vagàr (il mio primo amore). Stiamo in auto 1 ora e 15 minuti e ci godiamo la pace mattutina. Il traffico non è mai abbondante, ma questa mattina è davvero inesistente. Viaggiare all'alba è molto bello e rilassante tranne se ti trovi sul ponte diga di Melide nei giorni lavorativi...
Saliamo sulla barca e nei 45 minuti di viaggio possiamo ammirare i faraglioni di Drangarnir e Tindhólmur da vicino. Entriamo nell'ansa di una scogliera e poi via a rotta di collo verso Mykines. Scesi a terra dobbiamo pagare una tassa di 500 corone per poter intraprendere i sentieri a piedi. Saliamo la montagna, percorriamo la sua dolce cresta ed ammiriamo i pulcinella di mare in tutto il loro splendore! Sono a centinaia che sorvolano le scogliere e che si pavoneggiano sui sassi e le rocce per farsi fotografare. Abbiamo l'impressione che siano "leggermente" vanitosi!! Il sentiero verso il faro è inagibile a causa di una frana ed è chiuso, che peccato! Il pianoro inclinato che ospita il faro è collegato al nostro fazzoletto di terra tramite un ponticello. La parte di isola in cui camminiamo assume la forma di una conca, al centro del quale sorge un villaggio con i tetti in erba e le casette colorate.Camminiamo in direzione della cima di una montagna ma è abbastanza noioso e ci dirigiamo al promontorio. Scorgiamo un meraviglioso posto dove fare il pic nic e ci sediamo su un sasso riparato dal vento ad ammirare le verdi scogliere. Sulla strada del ritorno Dani devia verso le creste che ospitano i pulcinella di mare, mentre io proseguo verso il paesello e lo visito. Supero poi un cancello e vado al punto panoramico con vista sul faro.
Sono seduta sulla panchina. Chiudo gli occhi e ascolto il vento scompigliarmi i capelli. Sento il rumore del mare. Sento il battiti veloce degli uccelli. Il ponte che collega la parte di isola con il faro è ben visibile a mezza montagna. Sotto il faro c'è una casetta rossa. La montagna scende verso il mare dolcemente. Il manto erboso cede il passo alla roccia solo pochi metri dall'acqua.
Non trovo altre parole, le ho già usate tutte per descrivere questa bella terra del nord Europa.
Rientriamo all'auto e ci spostiamo a Kvivik. Troviamo il nostro alloggio ma questa volta non ne rimaniamo impressionati positivamente. Eravamo abituati ad avere un mini appartamento moderno con la cucina, mentre qui abbiamo una camera arredata con vecchi mobili pieni di chincaglieria e un bagno in comune con altre 2 stanze. Non abbiamo il piano cottura ma c'e solo un microonde e il pesce che abbiamo comprato lo dobbiamo far cuocere li. Cena spartana ma comunque ben riuscita. A letto presto. E la luce? Ormai in parte ci siamo abituati... Quando rientriamo in Svizzera dovremo riabituarci al buio.
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