Il mio Arrivo a Kathmandu

Il primo volo da Milano ad Istanbul fila liscio e dura solamente 2 ore e mezzo, solo che partiamo con mezz'ora di ritardo e quindi atterriamo alle 22.50. Alle 23:45 ho la coincidenza per Kathmandu e un'ora basterebbe se non fosse che il nostro aereo impiega 35 minuti per parcheggiare. Quando metto il piede sulla passerella di Istanbul sono le 23:35 e non mi rimane altro che tenere stretti i miei oggetti personali e CORRERE! La coppia italiana che arriva al gate prima di me fa una domanda sui nostri bagagli e ingenuamente le viene risposto di non preoccuparsi. Tra me e me mi rispondo che domani a Kathmandu di certo non li troverò ad aspettarmi. E così purtroppo è stato. Io ho volato verso l'Asia, mentre i miei bagagli sono rimasti in "Europa". Svolgo le formalità per ottenere il visto nepalese di 30 giorni e mi dirigo all'uscita. La coppia milanese mi saluta e mi presenta il figlio dopodiché salto su un taxi e vado in centro. Le strade le ritrovo caotiche e senza regole, ma non mi sembra ci sia molto traffico. Il mio autista mi tiene compagnia facendo conversazione. Sono leggera, con un piccolo zainetto, e libera di andare dove voglio. Scendo dal taxi al giardino dei sogni(l'unica oasi verde del centro di Thamel) e mi guardo intorno. Ritrovo tutto come l'ho lasciato. Quell'amore che provo quando mi trovo qui si propaga sotto forma di calore e mi invade il corpo. Osservo le insegne dei negozi, percepisco gli odori dell'incenso e delle spezie, vedo dei ragazzi seduti per terra a giocare ad un gioco da tavola nepalese, ascolto la musica mistica di meditazione e l'accento della parlantina locale ...
È un po' come essere tornata a casa, è una sensazione strana, difficile da spiegare. Vado subito a cercare Hari, ma lui in ufficio non c'è, trovo suo fratello che mi offre un tè e mi dice di tornare dopo. La seconda tappa è dal mio amico Orjun, che vende stoffe, statue dei buddha, ecc. E pure lui mi offre un tè. Termino poi il mio pomeriggio bighellonando per il centro, comprando alcune cosucce nei negozi e andando a mangiare un piatto indiano nel mio ristorante preferito. Hari mi accoglie con calore e mi fornisce tutti le informazioni essenziali per affrontare il trekking nella regione dell'Everest. Sono eccitata all'idea di volare a Lukla e di intraprendere una camminata di 9 giorni tra le montagne sacre ed energetiche del Nepal. La mia guida sarà colui che lo scorso anno mi ha portato a fare un giro nei dintorni di Kathmandu. Bello ritrovarlo. Dopo la cena e i pensieri gettati con inchiostro sul mio bellissimo quaderno, regalatomi da una persona molto speciale, rientro all'hotel che ho scelto per questa notte. È l'hotel della mia prima notte a kathmandu nell'ottobre del 2014. Non sono più stata qui negli anni a seguire, ma ieri durante la mia passeggiata per Thamel ho sentito la chiamata... ed era lui... che mi chiedeva di tornare. È romantico ritornare all'international guesthouse e ritrovare i ricordi nascosti in ogni angolo del giardino e dell'hotel. Chiudo gli occhi con il cuore che strabocca di emozioni. E domani vado all'orfanotrofio...

Commenti

  1. Cucù! Com'è?
    Ti avevo detto che ti avrei seguita... non fermarti con i post. Tutti interessanti! :-)
    Buona continuazione e a presto!!!
    Marco

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