Mi emozioni...
Nella semplicità di un giorno di sole gli occhi di un bimbo mi sconvolgono l'esistenza. Basta un minuto, un bus, basta uno sguardo incrociato con colui che viene da una terra lontana. Magari ha guadagnato il diritto di stare qui, magari ha sudato la possibilità di non vivere nella miseria più totale. Porta una felpina grigia con disegnate delle cuffie musicali, dei pantaloni neri e delle scarpe della Nike troppo grandi per la sua misura. Si guarda in giro curioso, i suoi occhi guizzano come saette nella notte. Gli manca un dentino davanti e questo spazio rende il suo sorriso infinitamente dolce. La sua pelle cioccolata è liscia e brillante, i suoi occhioni sono profondi e monelli. Guarda il telefono della mamma e ci gioca, poi guarda dalla finestra, e infine si sposta di sedile. Vuole conoscere il mondo e forse vederlo da una prospettiva diversa. Sorride a ciò che vede, a ciò che sente, a ciò che tocca. I suoi gridolini riempiono l'ambiente di allegria e non lasciano spazio alla distrazione.
Si appoggia alla spalla della mamma e si lascia cullare nel mondo dell'infante. Vuole il gelato.
Vorrei dirgli quanto mi manca la sua terra, la sua gente, ma lui cosa mai potrebbe capire dei miei deliri? Questo giovane batuffolo che magari neppure parla la mia lingua.
Ma chi sarà mai questo bimbetto dal viso spontaneo e giocoso? Cosa porterà nel suo cuore? Quale eredità?
Si appoggia alla spalla della mamma e si lascia cullare nel mondo dell'infante. Vuole il gelato.
Vorrei dirgli quanto mi manca la sua terra, la sua gente, ma lui cosa mai potrebbe capire dei miei deliri? Questo giovane batuffolo che magari neppure parla la mia lingua.
Ma chi sarà mai questo bimbetto dal viso spontaneo e giocoso? Cosa porterà nel suo cuore? Quale eredità?
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