Il secondo giorno ad Antananarivo
Dormire un'altra notte su questo letto duro di legno non ce la faccio, pertanto gonfio il mio materassino portatile e lo pongo sopra quella specie di inesistente materasso. Ciò mi permette di trascorrere una comoda notte senza spaccarmi la schiena. Apro gli occhi e Eugenio l'africano mi sta gia parlando. Non ama sentirsi solo e gli piace molto conversare. Io invece avrei il piacere di svegliarmi tranquilla senza fiumi di parole che aleggiano nella stanza. Mi dice che va in chiesa e mi chiede se voglio unirmi a lui. Gli spiego che non credo in Dio e che non mi interessa andare ad un incontro in cui si parla di bibbia. Ieri sera invece sarei andata volentieri al matrimonio del suo amico malgascio ma non ci siamo coordinati per incontrarci e quindi non ci siamo visti. Mi alzo pigramente, salgo in terrazza e faccio colazione. Verso le 11 esco dall'ostello e a piedi vado a cercare un negozio che mi fornisca una Sim Card del posto. Ciò mi permetterà di fare chiamate locali senza avere bisogno di usare il roaming internazionale. Trovo un negozio della Orange e mi siedo in colonna. Attendo 30 minuti per essere servita. Poco dopo esco dal negozio con la mia carta prepagata pronta e con dei soldi caricati. Missione compiuta. Proseguo il mio giretto passando dalla stazione Soarano. È uno stabile vecchio, ormai in disuso ma molto ben tenuto e con dei negozi al suo interno. Nella hall c'è un'esposizione di souvenirs e io perdo letteralmente la testa. Per fortuna non posso comprare nulla di grande, ingombrante o pesante, altrimenti avrei speso almeno la metà della mazzetta ricavata in banca. Compro una collana, degli orecchini da una donna con un bimbetto dolce e vivace. Decido di uscire e continuo il mio vagabondaggio per il mercato. È impressionante il fiume di gente che si riversa in strada. L'unico modo per andare avanti è stare sulla strada ma poi le auto rasentano i tuoi piedi nel loro caotico movimento. Tutto ciò mi stanca molto quindi mi rifugio in cima ad una terrazza a mangiare un piatto delizioso di pesce e di verdura e a riposare un po'. Ma sapete che appena sono entrata ho visto coppie di ballerini locali ballare musica latina? Saudagiiiii! Il ristorante è situato sulla strada principale e il rumore e lo smog sono molto forti, ma credo che non potrei stare in un luogo tranquillo ora, preferisco il caos e la vita.
Mentre mangio rifletto sulla quantita di bandierine che ho scorto oggi lungo questa trafficata strada. Decido di cercare se per caso la festa indipendentista cade in questi giorni: bingo, il 26 giugno. Cosa mai significherà la bandiera di questo paese?I colori della bandiera rappresentano la storia del Madagascar, il desiderio di indipendenza, e le classi tradizionali. Rosso e bianco erano i colori del Regno di Merina, che soccombette ai francesi nel 1896. Tali colori potrebbero indicare le origini etniche del popolo malgascio nel Sud-Est Asiatico, e sono comuni alla bandiera indonesiana. Il verde era il colore degli Hova, un'importante classe di contadini, che ebbe una parte rilevante nelle agitazioni anti-francesi e nel movimento indipendentista.
I soldi malgasci si chiamano Ariary e il loro basso valore sul mercato è subito dimostrato: la banconota di carta più alta è quella di 20'000 che corrisponde ad un ammontare di 5 euro. Cambiando 100 euro mi sono trovata in mano 20 gigantesche banconote. Ne ho cambiate 2 europee e me ne sono ritrovata 40 in tasca, non sapevo dove metterle. Ora immaginate che il 20'000 non è accettato quasi da nessuna parte tranne in hotel. La seconda banconota di carta è il 10'000 ariary. Anche questa moneta è difficile da usare se vuoi comprare dei biscotti, l'acqua, ecc. Questo comporta che tu abbia in tasca sempre monete o carta molto piccola, un'incubo!
Dopo il pranzo in terrazza cammino fino all'hotel e mi riposo un'oretta. Poi mi dirigo verso la porta di uscita per carcare un ristorante che trasmetta la partita di calcio e mi imbatto in Eugenio. Mi dice subito si aspettarlo che vuole venire pure lui. Camminiamo per parecchie centinaia di metri ma ogni televisore non è mai grande o buono a sufficienza; il ristorante non ha mai sedie abbastanza comode; il ristorante è per fumatori, capite ora perché preferisco viaggiare da sola?? Lo assecondo e continuiamo fino a trovare una caffetteria che lo soddisfi. Guardiamo la partita con un gruppo di vacanzieri che vengono dall'isola vicina della Reunion. La Francia fa un gran partitone e vince. Terminata la gara sportiva lui mi chiede se voglio camminare un po' e gli dico che va bene, ma in direzione dell'hotel. Si è fatto buio nel frattempo; capisco e rispetto che lui sia africano, ma io non lo sono. Prende una via deserta e gli dico che a me non sta bene e che voglio tornare sulla via degli hotel. Ora tocca a lui assecondare me. Quando è da solo che faccia poi ciò che vuole, quando è con me ho voce in capitolo pure io. E così rientro all'hotel con la scorta africana e un tetto di stelle sopra la testa. Domattina alle 10 andrò alla stazione del bus per partire per Nosy Be. In capitale ritornerò prossimamente o solo alla fine dell'itinerario per prendere l'aereo, vedremo...
Mentre mangio rifletto sulla quantita di bandierine che ho scorto oggi lungo questa trafficata strada. Decido di cercare se per caso la festa indipendentista cade in questi giorni: bingo, il 26 giugno. Cosa mai significherà la bandiera di questo paese?I colori della bandiera rappresentano la storia del Madagascar, il desiderio di indipendenza, e le classi tradizionali. Rosso e bianco erano i colori del Regno di Merina, che soccombette ai francesi nel 1896. Tali colori potrebbero indicare le origini etniche del popolo malgascio nel Sud-Est Asiatico, e sono comuni alla bandiera indonesiana. Il verde era il colore degli Hova, un'importante classe di contadini, che ebbe una parte rilevante nelle agitazioni anti-francesi e nel movimento indipendentista.
I soldi malgasci si chiamano Ariary e il loro basso valore sul mercato è subito dimostrato: la banconota di carta più alta è quella di 20'000 che corrisponde ad un ammontare di 5 euro. Cambiando 100 euro mi sono trovata in mano 20 gigantesche banconote. Ne ho cambiate 2 europee e me ne sono ritrovata 40 in tasca, non sapevo dove metterle. Ora immaginate che il 20'000 non è accettato quasi da nessuna parte tranne in hotel. La seconda banconota di carta è il 10'000 ariary. Anche questa moneta è difficile da usare se vuoi comprare dei biscotti, l'acqua, ecc. Questo comporta che tu abbia in tasca sempre monete o carta molto piccola, un'incubo!
Dopo il pranzo in terrazza cammino fino all'hotel e mi riposo un'oretta. Poi mi dirigo verso la porta di uscita per carcare un ristorante che trasmetta la partita di calcio e mi imbatto in Eugenio. Mi dice subito si aspettarlo che vuole venire pure lui. Camminiamo per parecchie centinaia di metri ma ogni televisore non è mai grande o buono a sufficienza; il ristorante non ha mai sedie abbastanza comode; il ristorante è per fumatori, capite ora perché preferisco viaggiare da sola?? Lo assecondo e continuiamo fino a trovare una caffetteria che lo soddisfi. Guardiamo la partita con un gruppo di vacanzieri che vengono dall'isola vicina della Reunion. La Francia fa un gran partitone e vince. Terminata la gara sportiva lui mi chiede se voglio camminare un po' e gli dico che va bene, ma in direzione dell'hotel. Si è fatto buio nel frattempo; capisco e rispetto che lui sia africano, ma io non lo sono. Prende una via deserta e gli dico che a me non sta bene e che voglio tornare sulla via degli hotel. Ora tocca a lui assecondare me. Quando è da solo che faccia poi ciò che vuole, quando è con me ho voce in capitolo pure io. E così rientro all'hotel con la scorta africana e un tetto di stelle sopra la testa. Domattina alle 10 andrò alla stazione del bus per partire per Nosy Be. In capitale ritornerò prossimamente o solo alla fine dell'itinerario per prendere l'aereo, vedremo...
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