La permanenza all'orfanotrofio
Eccomi finalmente all'orfanotrofio per qualche giorno. Quando entro dal cancello i bambini che mi vedono uniscono le mani e mi gridano "Namaste". Altri un po' più moderni mi saltellano intorno dicendomi "Hello auntie". È proprio bello essere di nuovo con questi bellissimi bambini dal viso luminoso e dal cuore grande. Questi piccoli studenti nepalesi sono in vacanza per quasi un mese ed io ho la fortuna di passare tanto tempo con loro. Le ragazze mi strattonano trascinandomi nelle loro camere con i letti a castello in legno e le coperte variopinte. I maschietti cercano di convincermi ad andare a giocare a calcio con loro, ma io preferisco guardarli e tenere tranquilla la mia caviglia. Nel cortile giochiamo a prendere, a nascondino, a dei giochini in cerchio, al ruba sedia ecc.
Le ragazze grandi si occupano di lavare i vestiti, di cucinare e di accudire i più piccoli; i maschi grandi si occupano della manutenzione del posto dove vivono, in caso di necessità. Fra pochi mesi il nuovo ostello sarà finito e tutti i 96 ragazzi e lo staff si trasferiranno in collina dove si può godere di una bellissima vista sulla valle di Kathmandu e respirare aria fresca e più pura.
Ci è voluto quasi un anno per costruire i bagni, l'ostello e la cucina; l'associaziome EcoHimal è riuscita a raccogliere molti soldi per poter offrire un futuro migliore a questi bambini. Al momento le ragazze vivono ammassate in alcune aule, mentre i ragazzi dormono in cortile accampati con i loro letti. La scuola è chiusa e possono tutti dedicarsi ad attività ludiche e speciali. Da parte mia cerco di convincere Bishwa a portare tutti i bimbetti un giorno nella natura a fare un pic nic. Lui acconsente e mercoledì alle 8 del mattino partiamo in banda verso la località chiamata Godavari. Certo che se avessi saputo il significato di pic nic non l'avrei presa tanto alla leggera. Il tipico panino "nostro" è stato sostituito da un piatto completo di riso, verdura e patate, insalata e carne. Per fare tutto ciò i ragazzi hanno dovuto caricare sul bus una bombola di gas, un piedestallo con tubo da collegare alla bombola, 5 pentoloni giganteschi, il cibo da cuocere, i piatti e i bicchieri. All'interno di un bus da 30 posti ci siamo stati in 100... immaginate voi che esperienza! Ho provato a spiegare a Raj che non era il caso che le 100 uova fossi proprio io a trasportarle sulle ginocchia per l'intero tragitto. Il viaggio per fortuna è durato solo 40 minuti. I ragazzi cantavano felici e beati. Questa giornata per loro è una sorta di regalo, una liberazione, la possibilità di tornare ad essere bambini. Durante la giornata hanno giocato a calcio, a frisbee, hanno corso sotto la pioggia, hanno ballato la loro musica e hanno mangiato come dei polletti. Alla fine della giornata, non contenti della quantità di acqua che li ha investiti, hanno deciso di buttarsi tutti nella piscina del tempio. Ridevano come dei pazzi, spruzzavano l'acqua e si tuffavano. Cose da ragazzi... ma con una grande gioia nel cuore. È stato molto bello poter regalare loro tutto questo; poco ma anche tanto. Le bambine mi si lanciavano addosso, mi venivano in braccio e mi chiedevano di fare versi e facce buffe. Stare con loro mi rende più dolce, più buona, più felice. Stare con loro mi fa sentire viva e vera.
Martedì chiedo a Bishwa dove giocano a calcio i ragazzi e se con alcune ragazze possiamo andarli a vedere. Lui acconsente e 8 piccole cucciolotte mi si accodano; in realtà sarebbe meglio dire che io mi accodo a loro. Mi portano a cercare il campo da calcio ma non troviamo nessuno. Trotterelliamo a ritroso fino al cancello ed entriamo in casa. Appena entrate altre ragazze si fiondano su di me e mi chiedono di poter fare un giro della zona insieme. E così pronti via si riparte. Due bimbette con la coda a fontana sulla testa mettono la loro manina calda nella mia e non la lasciano mai, raccolgono tutti i fiori che incontrano e mi fanno dei mazzettini e delle corone di fiori per la testa. Ci allontaniamo fino al punto panoramico, poi rientriamo dai campi e dopo 1 ora e mezza arriviamo stanche ma felici al cancello. È quasi buio e i cani stanno diventando pericolosi.
Purtroppo i miei giorni con loro sono sempre troppo pochi e il tempo vola, ma è già una grande fortuna per me poter tornare qui da loro ogni anno circa. C'è sempre la certezza che questa non sarà l'ultima visita. Perché loro sono parte di me. Io sono parte di loro. E con o nostri sorrisi e cuori ci completiamo.
Le ragazze grandi si occupano di lavare i vestiti, di cucinare e di accudire i più piccoli; i maschi grandi si occupano della manutenzione del posto dove vivono, in caso di necessità. Fra pochi mesi il nuovo ostello sarà finito e tutti i 96 ragazzi e lo staff si trasferiranno in collina dove si può godere di una bellissima vista sulla valle di Kathmandu e respirare aria fresca e più pura.
Ci è voluto quasi un anno per costruire i bagni, l'ostello e la cucina; l'associaziome EcoHimal è riuscita a raccogliere molti soldi per poter offrire un futuro migliore a questi bambini. Al momento le ragazze vivono ammassate in alcune aule, mentre i ragazzi dormono in cortile accampati con i loro letti. La scuola è chiusa e possono tutti dedicarsi ad attività ludiche e speciali. Da parte mia cerco di convincere Bishwa a portare tutti i bimbetti un giorno nella natura a fare un pic nic. Lui acconsente e mercoledì alle 8 del mattino partiamo in banda verso la località chiamata Godavari. Certo che se avessi saputo il significato di pic nic non l'avrei presa tanto alla leggera. Il tipico panino "nostro" è stato sostituito da un piatto completo di riso, verdura e patate, insalata e carne. Per fare tutto ciò i ragazzi hanno dovuto caricare sul bus una bombola di gas, un piedestallo con tubo da collegare alla bombola, 5 pentoloni giganteschi, il cibo da cuocere, i piatti e i bicchieri. All'interno di un bus da 30 posti ci siamo stati in 100... immaginate voi che esperienza! Ho provato a spiegare a Raj che non era il caso che le 100 uova fossi proprio io a trasportarle sulle ginocchia per l'intero tragitto. Il viaggio per fortuna è durato solo 40 minuti. I ragazzi cantavano felici e beati. Questa giornata per loro è una sorta di regalo, una liberazione, la possibilità di tornare ad essere bambini. Durante la giornata hanno giocato a calcio, a frisbee, hanno corso sotto la pioggia, hanno ballato la loro musica e hanno mangiato come dei polletti. Alla fine della giornata, non contenti della quantità di acqua che li ha investiti, hanno deciso di buttarsi tutti nella piscina del tempio. Ridevano come dei pazzi, spruzzavano l'acqua e si tuffavano. Cose da ragazzi... ma con una grande gioia nel cuore. È stato molto bello poter regalare loro tutto questo; poco ma anche tanto. Le bambine mi si lanciavano addosso, mi venivano in braccio e mi chiedevano di fare versi e facce buffe. Stare con loro mi rende più dolce, più buona, più felice. Stare con loro mi fa sentire viva e vera.
Martedì chiedo a Bishwa dove giocano a calcio i ragazzi e se con alcune ragazze possiamo andarli a vedere. Lui acconsente e 8 piccole cucciolotte mi si accodano; in realtà sarebbe meglio dire che io mi accodo a loro. Mi portano a cercare il campo da calcio ma non troviamo nessuno. Trotterelliamo a ritroso fino al cancello ed entriamo in casa. Appena entrate altre ragazze si fiondano su di me e mi chiedono di poter fare un giro della zona insieme. E così pronti via si riparte. Due bimbette con la coda a fontana sulla testa mettono la loro manina calda nella mia e non la lasciano mai, raccolgono tutti i fiori che incontrano e mi fanno dei mazzettini e delle corone di fiori per la testa. Ci allontaniamo fino al punto panoramico, poi rientriamo dai campi e dopo 1 ora e mezza arriviamo stanche ma felici al cancello. È quasi buio e i cani stanno diventando pericolosi.
Purtroppo i miei giorni con loro sono sempre troppo pochi e il tempo vola, ma è già una grande fortuna per me poter tornare qui da loro ogni anno circa. C'è sempre la certezza che questa non sarà l'ultima visita. Perché loro sono parte di me. Io sono parte di loro. E con o nostri sorrisi e cuori ci completiamo.
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