Aria asiatica

Tornare da scuola, smollare il sacco per terra, farmi una doccia e mettermene un altro sulle spalle per volare all'aeroporto pare un miracolo. In fondo non sono mai partita cosi di corsa e per cosi poco tempo negli ultimi 5 anni. Non so piu come si fa a non preparare nei dettagli e nell'attesa un bellissimo viaggio. Ma poi rifletto che non vado in viaggio, bensi torno a casa, a vedere come sta il mio cuoricino. La mia maghetta mi ha detto che senza il Nepal io vivo la vita con un vuoto nel cuore e nell'anima. E quindi eccomi qui a prendermi cura del mio stato psicofisico.
La strada per Malpensa percorsa con il mio papà ha un che di familiare, il marciapiede delle partenze ha un che di familiare, il check in desk, la sala d'attesa, il sedile dell'aereo... È come se io abbia messo il pilota automatico. E con questa sciallanza, in 13 ore atterro a Kathmandu. Il volo è andato bene, l'attesa e le colonne di turisti pure. Non mi sembra possibile che siano già passati 8 mesi dal rientro dal mio viaggio latino. Atterro a Kathmandu, sbrigo le formalità per il visto e esco con i bagagli a prendere un po'di aria nepalina. Sono a casa. Che gioia. I visi tanto conosciuti e sorridenti mi fissano da ogni parte dell'aeroporto e tra di essi scorgo Bishwa, Puja e due ragazzine dell'orfanotrofio. Mi accolgono  con una bellissima e profumata corona di fiori e mi portano all'ostello. Lungo la strada mi perdo nella cacofonia di Kathmandu. La gente cammina ovunque, attraversa la strada in ogni momento, la segnaletica esiste ma solo i nepalesi la capiscono. A me sembra di essere in un film western. Il traffico domina la città e l'inquinamento mi fa già prudere la gola. Sono seduta in auto come in un sogno e osservo tutto ciò che capita intorno a me. I miei amici vorrebbero portarmi direttamente all'orfanotrofio ma rifiuto perche ho bisogno di una doccia e di qualche ora di sonno. Nonostante il caos è bello bighellonare per il quartiere turistico di Thamel e sentire i ricordi scorrere nelle vene. Le vie di Thamel sono uguali, colme di stimoli visivi, olfattivi e sonori; ma una parte di quest'area è stata chiusa al traffico delle auto. Questo permette di alzare gli occhi sui negozi senza venire investiti. Ma occhio alle moto!! Vado a cambiare i soldi e a salutare il mio amico Orjun del negozio. Ci guardiamo e sorridiamo, è bello rivederlo! Mi abbraccia e mi vuole offrire un tè, ma io lo posticipo al giorno seguente. Prima di andare via con la promessa di tornare ogni giorno mi regala un braccialetto e mi da la mano. La sera il clima è frescolino e io me ne vado in giro con la felpa. Alcune ragazze della mia stanza mi chiedono di unirmi a loro per la cena ma io rifiuto perchè desidero catturare ogni picccolo ed insignificante dettaglio della magica Kathmandu. Vado a cena da Gaia e mando un saluto a Sophie che nonostante sia a casa è sempre accanto a me in ogni luogo che vedo e in cui mi fermo. Grazie Kathmandu per queste emozioni! Grazie di cuore per farmi sentire viva!

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