La dedizione di una donna

Termino la mia lezione di chitarra e mi incammino verso la fermata del bus per rientrare a casa. Mi avvicino alla macchinetta che fornisce i biglietti e due signore mi osservano trafficare con il borsellino. Una delle due interviene chiedendomi se la macchina funziona perche prima pare che fosse inceppata. Le rispondo affermativamente e lei continua la conversazione facendomi i complimenti sulla mia chitarra. Le spiego che non sono una maestra bensi un'allieva. Mi sorride e si complimenta con me di nuovo. Mi racconta che a lei sarebbe tanto piaciuto  imparare a suonare la fisarmonica ma che ai suoi tempi non c'erano i soldi per farlo. A quel punto le dico:"perché non inizia ora?" E lei mi risponde che ha 78 anni. Poi con un risolino timido mi dice che forse non è ancora troppo tardi. Ovvio che non lo è, le rispondo io. 
Saliamo sul bus e continuiamo a chiacchierare in piedi perché non ci sono posti a sedere. È discutibile il fatto che nessuno si offra di alzarsi per lasciarla sedere, ma lei è contenta di stare in posizione eretta. Ha 78 anni ma ne dimostra molti meno sia fisicamente che moralmente. Fa la nonna e corre a destra e a sinistra ogni giorno per dare una mano ai figli. Ora si sta dirigendo all'ospedale per fare visita a suo marito che è stato operato oggi. Ma chi è questa tenera signora? Una donna di nome Elisa che vive a Boffalora e che ama passeggiare. E io sono una donna di nome Eloisa che ha abbandonato l'uso dell'auto per godere degli sguardi della gente, e degli incontri fugaci come quello di oggi colmi di affetto ed importanza

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